Vendemmia 2014

Osservando l’andamento climatico, dopo un inverno piovoso, ma che ha fatto registrare da subito temperature miti, la primavera si è affacciata sulle vigne delle Langhe in modo precoce, causando una ripresa vegetativa anticipata rispetto all’anno precedente. Già dalle prime fasi si è potuta constatare una certa scalarità nello sviluppo fisiologico della vite con differenze marcate dovute alla variabilità microclimatica delle varie zone.

L’inizio dell’estate ha visto temperature pienamente nella norma consentendo di mantenere il piccolo anticipo vegetativo, maturato in primavera, rispetto all’anno precedente. La quantità di precipitazioni nell’estate è stata oltre la media non tanto dal punto di vista del numero di giorni piovosi quanto da quello delle intensità dei fenomeni che si sono verificati. Questo fattore unito alle temperature medie non basse, ha creato le condizioni ideali per gli attacchi fungini che mai come quest’anno hanno rappresentato un punto fondamentale per arrivare alla maturazione dell’uva con grappoli sani.

Il mese di settembre è stato indubbiamente positivo dal punto di vista climatico, con una buona escursione termica, fattore che si è mantenuto stabile anche nel mese di ottobre, contribuendo in modo determinante alla maturazione dell’uva e alla composizione del suo quadro fenolico.

Alla fine considerando come le somme termiche siano in linea con i dati degli ultimi anni ed i giorni con temperature positive per la fisiologia della vite siano stati distribuiti lungo l’intero ciclo di sviluppo si può affermare che i risultati qualitativi sono stati al di là di tutte le aspettative. Le migliori produzioni si sono riscontrate nei vigneti meglio curati e gestiti in linea con l’andamento climatico, quindi quelli diradati e sfogliati rispettando i tempi, difesi con trattamenti corretti, nelle posizioni più soleggiate con terreni arieggiati e drenanti.

I vini

L’annata 2014 nonostante sia stata una delle più complesse nella gestione del vigneto degli ultimi anni, ha riservato piacevoli sorprese vista la qualità delle uve vinificate dovuta ad un favorevole finale di stagione.

I vini bianchi hanno fatto registrare una produzione più bassa rispetto alle annate precedenti con tenori in zucchero però molto simili che uniti ad una acidità spiccata ne dovrebbe garantire la freschezza anche nei profumi.

Tra i vitigni a bacca rossa, il Dolcetto è forse la varietà che ha avuto una resa inferiore a livello quantitativo, ma laddove si siano svolte correttamente le operazioni di diradamento e pulizia del grappolo il risultato è stato un vino equilibrato, forse meno strutturato ed alcolico, ma certamente con una quantità di profumi notevole unita ad un intensità colorante marcata. La Barbera presenta una buona acidità, caratteristica del vitigno, che però dopo la fermentazione si è naturalmente ridotta, garantendo un equilibrio maggiore e una durata nel tempo, anche alla luce della presenza massiccia di sostanze fenoliche.

Il Nebbiolo ha delle potenzialità veramente interessanti, dimostrando una capacità di adattamento alla area delle Langhe e del Roero, davvero sorprendenti. Considerando una situazione variegata a causa delle grandinate che hanno interessato a “macchia di leopardo” l’area di produzione, i vini sono mediamente alcolici, eleganti, equilibrati, con buona acidità e pertanto longevi, con ottimi profumi e ricchi di note minerali.