Tratto da un articolo di Lorenzo Tablino
Bra, nell’800, fu il centro principale della produzione del Barolo: non a caso a Vienna, durante l’esposizione internazionale del 1873, il Barolo delle cantine Fissore di Bra trionfa con la medaglia d’oro.
Ma nella piccola città piemontese sono attive altre cantine: Manissero, Boglione, Bonardi, Ternavasio, secondo quanto riporta la “Guida di Bra e dintorni” del 1875.
In quegli anni Bra era diventata, grazie alla sua posizione geografica, il più importante centro di diffusione del Barolo, il vino più famoso di queste terre. Essa era infatti ottimamente collegata con Torino, mercato vinicolo di grande importanza grazie alla presenza della Casa Reale Sabauda; la Famiglia Reale stessa era proprietaria di importanti tenimenti nei dintorni di Bra, fra cui le tenute di Pollenzo e le antiche Cantine di S.Vittoria.
La cantina Matteo Cav.Fissore e figlio, sorta nel 1859 in via Vittorio Emanuele II 66, divenne presto importante e prestigiosa etichetta di Barolo del secolo scorso. La cantina acquistava uve nelle migliori posizioni di Langa e produceva i classici rossi piemontesi, ma nel listino si trovavano anche Gavi, Brachetto e Vermouth; citiamo inoltre “Barolino Chinato” e il “Gran Vino Barolo”.
Dopo tre generazioni chiuse i battenti nel 1950.
Oggi l’edificio è un normale condominio.
Anche Manissero, importante commerciante di uve nell’ottocento, ha chiuso i battenti negli anni ’20. Il bell’edificio con giardino è adibito ad abitazione.La grande tradizione vinicola di Bra è conservata solo dalle cantine Giacomo Ascheri, unico produttore che è rimasto con un listino che comprende i migliori vini piemontesi.
La famiglia Ascheri ha origini antichissime: citato “Ascherius” nel “Rigestum” del comune di Alba del 1196. Nel secolo scorso sono presenti a La Morra e nel 1880 Giacomo Ascheri si trasferisce a Bra in via Piumati 19, ove inizia la produzione di Barolo. Nel 1960 le cantine vennero ampliate, ristrutturate e spostate di poche decine di metri.
Con un intelligente recupero di alcuni locali della vecchia cantina, nel 1994, la famiglia Ascheri ha avviato l’Osteria Muri vecchi, un luogo di incontro per valorizzare cucina territoriale e vino intesi come elementi di convivialità, di cultura e di socialità.
Nella città di Bra ci sono ancora le cantine del Russi o meglio la grotta di Giovanni Battista Ternavasio, il generale dell’esercito napoleonico che fu decorato per la campagna di Russia e dopo il congedo fondò intorno al 1820, in Bra, la casa vinicola Ternavasio. Acquistò da un ordine religioso un edificio, e lo adattò a cantina, che restò in funzione sino al 1917.
Oggi è un condominio.
Ma la sua fama resta legata alla cosiddetta “grotta del Russi”, un’imponente serie di gallerie fatte scavare sotto la cantina a scopo promozionale. La grotta l’ho potuta visitare in parte nel 1992, grazie alla cortesia di Matteo Ascheri – produttore in Bra – e sicuramente era una delle più belle realizzazioni in campo enologico.
Sull’esempio francese – gallerie nello Champagne – e su progetto dell’architetto Onofrio di Torino era costituita da un grande salone circolare largo oltre 20 metri, sorretto da sedici bellissime colonne. Da qui, a raggiera, partivano quattro gallerie, alte sei metri, terminanti in rotonde dal diametro di otto metri, raccordate a loro volta da gallerie esterne circolari.
La grotta poteva immagazzinare circa 400.000 bottiglie in appositi fori scavati nelle pareti. Candelabri e lumi illuminavano la grotta, per un percorso promozionale veramente originale per l’epoca e per gli importanti visitatori, citiamo solamente lo zar Nicola II e il re Vittorio Emanuele III. La grotta dopo il 1917, con la chiusura della ditta Ternavasio, andò in disuso, rifugio di partigiani durante la resistenza, deposito di sale nel dopoguerra, subì molti crolli soprattutto nel 1972 per lavori in edifici circostanti.
Oggi per motivi di sicurezza è inaccessibile e in stato di totale abbandono, con il tempo crollerà tutto. Un grandioso spettacolo “Son et Lumière” con il contorno di ben 400.000 bottiglie di Barolo accolse i reali d’Italia e lo Zar. Era il 1904.